Come aprire la partita IVA da architetto: guida per aspiranti liberi professionisti

Xolo
Autore Xolo
Scritto da 19 maggio, 2023 5 minuti di lettura

Chi è e cosa fa l’architetto

Partiamo dalle definizioni: l’architetto è colui che si occupa di design, restauro e progettazione in diversi ambiti di applicazione, da quello edile a quello urbanistico fino a quello paesaggistico, coniugando nella propria figura sia competenze artistiche che nozioni tecniche.

Gli incarichi principali che un architetto deve sapere svolgere sono i seguenti:

  • progettazione di edifici, complessi urbanistici, paesaggi, etc.
  • progettazione degli interni e dell’arredo di un edificio
  • analisi dell’area in cui si inserisce il progetto e valutazione delle possibili conseguenze della costruzione
  • supervisione dei lavori in cantiere

Le tre principali specializzazioni che può scegliere un architetto sono

  • Architettura
  • Disegno industriale
  • Urbanistica 

Come si diventa architetto

Chi sogna di diventare architetto deve conoscere bene l’iter di studi:

  • superamento del test di ingresso a numero chiuso all’università (dopo aver conseguito la maturità)
  • conseguimento della laurea triennale oppure magistrale presso una facoltà di Architettura
  • superamento dell’esame di Stato, composto da una prova scritta, una pratica di progettazione e una orale
  • iscrizione all’Ordine degli Architetti, in una delle due sezioni, A e B, a seconda del tipo di laurea conseguita

Durante questo percorso, l’architetto imparerà nozioni e acquisirà competenze in diversi ambiti, ed essenzialmente diventerà esperto in:

  • valutare la fattibilità, i costi e le tempistiche di un progetto
  • disegno tecnico digitale (il software CAD)
  • visione artistica
  • realizzazione di rendering e modelli
  • conoscenza delle normative che regolano il settore edile

Iscrizione all’Albo degli architetti: come funziona 

Una volta superato l’esame di Stato, l’architetto deve necessariamente iscriversi all’Albo della propria categoria professionale. Esistono due sezioni all’interno dell’Albo, la A e la B.

La sezione A riguarda i seguenti ambiti:

  • architettura
  • pianificazione territoriale
  • paesaggistica
  • conservazione dei beni ambientali e architettonici

La sezione B riguarda gli ambiti di

  • architettura
  • pianificazione territoriale

ed è destinata agli Architetti Junior, cioè coloro che hanno conseguito la laurea triennale (e non anche quella magistrale).

Per iscriversi all’Albo, è necessario inviare all’Ordine della provincia di residenza:

  • l’apposita domanda su carta bollata
  • il proprio certificato di nascita
  • il proprio certificato di cittadinanza italiana
  • il proprio certificato di superamento dell’esame di Stato
  • la dichiarazione di non aver presentato domanda all’Ordine di un’altra provincia

Lavoratore dipendente o libero professionista: la scelta della modalità di esercizio

Per la professione di architetto è possibile scegliere tra due modalità di esercizio:

  • come lavoratore dipendente, assunto con un regolare contratto da parte di uno studio di architettura
  • come lavoratore autonomo, cioè libero professionista in possesso della propria partita IVA che svolga l’attività in modo continuativo e abituale

Come e quando aprire la partita IVA da architetto libero professionista

Dopo essersi iscritti regolarmente all’Albo degli architetti, se si scegli di esercitare come libero professionista e non come lavoratore dipendente è necessario aprire la partita IVA per poter iniziare a lavorare. 

Per fare questo, come per l’apertura di qualsiasi tipo di partita IVA, bisogna presentare la regolare domanda, in modalità cartacea oppure elettronica, con tutta la documentazione annessa, all’Agenzia delle Entrate. Il modello da utilizzare per aprire la partita IVA da architetto è il modello AA9/12, dove è necessario inserire diversi dati, tra cui:

  • dati anagrafici
  • indirizzo della sede in cui si svolge l’attività professionale
  • indirizzo del luogo in cui si tengono le scritture contabili
  • codice ATECO dell’attività 
  • regime fiscale prescelto

 

Degli ultimi due punti parleremo più diffusamente nei paragrafi dedicati.

Quanto costa aprire la partita IVA da architetto libero professionista

Aprire la propria partita Iva in autonomia è praticamente gratuito, tuttavia è consigliabile rivolgersi ad un esperto per evitare di incorrere in spiacevoli errori (in questo caso sarà necessario corrispondere un compenso all’intermediario, sia esso un commercialista o un CAF). 

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Scelta del codice ATECO per architetto libero professionista

La classificazione ATECO è un sistema che regola tutte le attività commerciali e professionali. 

Ogni professione ha un proprio codice identificativo: nel caso dell’architetto il codice ATECO di riferimento è 71.11.00, e indica le “Attività degli studi di architettura”.

Sotto questo codice sono inserite tutte le attività di redazione dei progetti e di progettazione di edifici, di paesaggi e di spazi urbanistici; mentre non sono incluse le attività di arredamento di interni, di studi di ingegneria e di consulenti informatici.

Quale tipo di regime fiscale può scegliere un architetto libero professionista?

Un architetto libero professionista può scegliere essenzialmente tra due tipi di regimi fiscali, sulla base del proprio fatturato. Si può naturalmente modificare questa scelta nel corso della propria carriera. 

Le due opzioni di regime fiscale sono:

  • regime a contabilità semplificata – è prevista l’applicazione dell’IVA in fattura, così come delle ritenute d’acconto, il che implica il mantenimento puntuale della contabilità; inoltre questo regime è regolato dal DPR n. 917/86 e prevede dunque il pagamento dell’IRPEF
  • regime forfettario – il regime agevolato per coloro che hanno fatturato annuo entro gli 85.000 € e che non prevede l’applicazione dell’IVA in fattura e nemmeno il pagamento dell’IRPEF, ma di un’aliquota fissa al 15%

I principali vantaggi per l’architetto libero professionista in regime forfettario

L’architetto che sceglie di aderire al regime forfettario, soprattutto all’inizio della propria carriera, ha indubbiamente molti vantaggi

  • il principale, come accennato nel paragrafo precedente, è il pagamento dell’aliquota fissa, appunto forfettaria, al 15% (o al 5% nei primi cinque anni di avvio dell’attività)
  • un altro vantaggio è dato dal fatto che non viene applicata l’IVA, dunque l’architetto può stilare dei preventivi più competitivi e vantaggiosi per i propri clienti
  • il coefficiente di redditività per la categoria professionale degli architetti è pari al 78%: questo significa che il reddito imponibile su cui pagare l’aliquota fissa di tasse è il 78% del reddito totale, mentre il 22% restante sono considerate spese fisse

 

La contribuzione per gli architetti liberi professionisti

Oltre alle tasse (l’aliquota fissa al 15% del regime forfettario oppure le aliquote suddivise nei diversi scaglioni di reddito IRPEF nel regime a contabilità semplificata), l’architetto libero professionista deve naturalmente pagare i contributi: questa categoria professionale, poiché ha un Ordine di riferimento, versa i contributi alla Cassa previdenziale ad essa collegata, cioè l’Inarcassa, la Cassa di riferimento degli architetti e degli ingegneri

Per un architetto non è obbligatorio iscriversi, ma è fortemente consigliato per avere una serie di vantaggi fiscali; in ogni caso l’alternativa è quella di iscriversi alla Gestione separata INPS per il versamento dei contributi obbligatori.

Gli architetti iscritti all’Inarcassa devono versare i seguenti contributi:

  • contributo minimo soggettivo: questo contributo, la cui percentuale varia leggermente di anno in anno, corrisponde nel 2022 al 14,5% del reddito netto fino a 125.150 €, e la cifra minima da versare è pari a 2.365 €
  • contributo minimo integrativo: questo contributo è calcolato al 4% del volume di affari IVA prodotto nell’anno solare e si può ripetere più volte verso il cliente; il contributo minimo integrativo per il 2022 è di 700 € 
  • contributo soggettivo facoltativo: il versamento di questo contributo non è obbligatorio, ma può essere vantaggioso ai fini del trattamento pensionistico; la percentuale versabile è compresa tra l’1% e l’8,5% del sul reddito professionale netto 
  • contributo di maternità/paternità: questo contributo, che deve essere versato annualmente in data 30 giugno e 30 settembre, varia leggermente di anno in anno; nel 2021 era pari a 53 €

 

Emissione della fattura

Un architetto libero professionista ha l’obbligo di emettere fattura entro la data in cui gli viene pagato il corrispettivo pattuito, a prescindere dalla data effettiva di conclusione dell’incarico o del contratto. 

Nella fattura, ormai obbligatoriamente elettronica anche per chi aderisce al regime forfettario, devono essere indicati i seguenti dati principali:

  • numero progressivo della fattura
  • data di emissione
  • denominazione e partita IVA sia del soggetto committente sia del soggetto esecutore
  • aliquota e IVA
  • corrispettivo economico della prestazione

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