Come aprire la partita IVA da avvocato: guida per aspiranti liberi professionisti

Xolo
Autore Xolo
Scritto da 19 maggio, 2023 5 minuti di lettura

Chi è e cosa fa l’avvocato

La figura professionale dell’avvocato ha il compito di assistere e supportare i propri clienti attraverso la corretta interpretazione delle norme giuridiche in vigore in differenti ambiti di applicazione.

Essenzialmente, le tipologie di attività dell’avvocato sono due:

  • attività giudiziale, che prevede la rappresentanza, l’assistenza e la difesa di fronte a un giudice;
  • attività stragiudiziale, che prevede le consulenze e la redazione di contratti.

Un avvocato può avere diversi tipi di clienti:

  • imprese e aziende
  • organizzazioni
  • enti pubblici o privati
  • privati cittadini

 

Un avvocato può avere una specializzazione come ad esempio:

  • penalista (specializzato in diritto penale)
  • civilista (specializzato in diritto civile e relativo contenzioso)
  • giuslavorista (specializzato in diritto del lavoro)
  • matrimonialista (specializzato in diritto di famiglia)
  • tributarista (specializzato in diritto tributario e relativo contenzioso)

 

Come si diventa avvocato

Il percorso per diventare avvocato non è breve: sono previsti 

  • i cinque anni del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza (in alcuni atenei per accedervi è richiesto un test d’ingresso poiché la facoltà è a numero chiuso)
  • 18 mesi di praticantato, cioè un tirocinio legale da svolgere presso uno studio di un avvocato che risulti regolarmente iscritto all’Albo da cinque anni almeno; il tirocinante deve iscriversi al Registro dei praticanti e deve partecipare a 20 udienze per ciascun semestre
  • l’esame di Stato, noto anche come esame di abilitazione professionale, che si compone di tre prove scritte e un doppio esame orale
  • iscrizione all’Ordine degli Avvocati del proprio circondario e, di conseguenza, alla relativa Cassa previdenziale, una volta superato l’esame

 

Iscrizione all’Albo degli avvocati: come funziona 

Per poter esercitare regolarmente, un avvocato deve innanzitutto iscriversi all’Ordine degli Avvocati e al relativo Albo (e conseguentemente anche alla relativa cassa di previdenza sociale, cioè la Cassa forense). 

I principali requisiti per essere iscritti all’Albo sono:

  • apertura e utilizzo costante della partita IVA
  • possesso di una PEC (posta elettronica certificata)
  • seguire ogni anno almeno cinque casi (continuità professionale)
  • avere un locale adibito e una relativa utenza telefonica destinati all’attività professionale
  • avere una polizza assicurativa
  • seguire i corsi di aggiornamento professionale per conseguire i crediti annui obbligatori
  • versare i contributi alla Cassa forense
  • versare i contributi al Consiglio dell’Ordine

Lavoratore dipendente o libero professionista: la scelta della modalità di esercizio

L’avvocato ha una sola scelta per quanto riguarda la modalità di esercizio della propria attività: può essere solamente un libero professionista, dal momento che l’iscrizione all’Albo degli Avvocati è incompatibile con il lavoro dipendente, come da articolo 6 del Codice deontologico forense e dall’articolo 18 dell’Ordinamento forense (Legge 31.12.12 n. 247).

Quale tipo di regime fiscale può scegliere un avvocato libero professionista?

Un avvocato libero professionista può scegliere di adottare uno tra i seguenti tre regimi fiscali:

  • regime forfettario (con aliquota sostitutiva al 15%, fino a un fatturato annuo di 85.000 €)
  • regime semplificato (con aliquota IRPEF a scaglioni, fino a un fatturato annuo di 500.000 €)
  • regime ordinario (con aliquota IRPEF a scaglioni, nessun requisito e nessun limite di fatturato)

 

Quando e come aprire la partita IVA da avvocato libero professionista

Un avvocato che sceglie di intraprendere la propria carriera come libero professionista, dunque svolgendo la propria attività in modo abituale e continuativo, ha l’obbligo di aprire la partita IVA per poter emettere regolare fattura e per poter versare tasse e contributi.

Per aprire la partita IVA, come per tutte le altre libere professioni, è necessario farne richiesta – anche tramite il proprio commercialista o esperto di fiducia, come il team di Xolo – all’Agenzia delle Entrate tramite la compilazione e l’invio del modulo dedicato, cioè il modello AA9/12, dove bisogna riportare:

  • i propri dati personali
  • l’indirizzo di residenza
  • l’indirizzo della sede dove viene svolta l’attività
  • il Codice ATECO della categoria professionale degli avvocati (vedi paragrafo dedicato)
  • il regime di contabilità che si intende adottare

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Quanto costa aprire la partita IVA da avvocato libero professionista

Aprire la propria partita Iva in autonomia è praticamente gratuito, tuttavia è consigliabile rivolgersi ad un esperto per evitare di incorrere in spiacevoli errori (in questo caso sarà necessario corrispondere un compenso all’intermediario, sia esso un commercialista o un CAF). 

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Scelta del codice ATECO per avvocato libero professionista

Come abbiamo visto, un avvocato che esercita come libero professionista deve aprire la partita IVA scegliendo il codice ATECO proprio della categoria professionale, che in questo caso è 69.10.10 e si riferisce alle “attività degli studi legali”, e cioè:

  • Consulenza legale e giuridica
  • Consulenza legale stragiudiziale
  • Studio legale associato
  • Rappresentanza e assistenza in processi penali, civili e legati al lavoro

 

Le prime due cifre del codice ATECO, 69, rappresentano le “attività legali e contabilità”, e le due successive, 10, corrispondono agli “studi legali e notarili”.

I principali vantaggi per l’avvocato libero professionista in regime forfettario

Un avvocato, soprattutto quando inizia la propria carriera e dunque non ha ancora un giro di clienti particolarmente avviato, può avere molti vantaggi aderendo al regime fiscale forfettario.

  • Al contrario di quello ordinario, infatti, il forfettario prevede il pagamento di un’aliquota sostitutiva fissa al 15% (dunque non ci sono scaglioni di reddito IRPEF). Esistono alcuni prerequisiti per potervi aderire, il principale prevede un tetto massimo di 85.000 € come reddito annuo.
  • Per calcolare le imposte nel regime forfettario, è necessario conoscere il coefficiente di redditività associato al proprio codice ATECO: per gli avvocati il coefficiente è pari al 78%, ciò significa che questa è la percentuale del reddito imponibile rispetto al fatturato totale, e il restante 22% rappresenta la cifra fissa delle spese detraibili per la gestione della propria attività.
  • Un altro vantaggio è costituito dalla franchigia IVA, ovvero dal fatto che in regime forfettario non si paga l’IVA e dunque si possono offrire preventivi più competitivi.
  • Infine, ulteriori vantaggi sono costituiti da una contabilità semplificata e dall’esonero dagli studi di settore.

La contribuzione per gli avvocati

Contestualmente all’iscrizione all’Ordine degli avvocati e al relativo Albo, un avvocato deve obbligatoriamente iscriversi anche alla Cassa forense, cioè a quell’organo deputato alla contribuzione previdenziale propria della professione degli avvocati. I contributi obbligatori minimi (cui poi andranno aggiunti i contributi in autoliquidazione) da versare annualmente sono i seguenti:

  • il contributo minimo soggettivo, pari a 3.185 € per il 2023
  • il contributo di maternità, pari a 79 €
  • il contributo integrativo, pari al 4% del volume di affari IVA dichiarato.

 

I nuovi iscritti alla Cassa forense possono godere di alcune agevolazioni, tra cui:

  • contributo minimo soggettivo ridotto del 50% per i primi sei anni, se ci si iscrive entro il compimento del 35esimo anno di età
  • contributo integrativo minimo non dovuto durante il praticantato né nei successivi cinque anni di iscrizione all’Albo 
  • contributo integrativo ridotto del 50% per altri quattro anni, se ci si iscrive entro il compimento del 35esimo anno di età

 

Nel dicembre 2022 è stata presentata una riforma pensionistica della Cassa forense che entrerà in vigore nel 2024 e che prevederà tre modalità distinte di valorizzazione della contribuzione, a seconda della data di iscrizione alla Cassa.

Emissione della fattura

L’emissione della fattura da parte di un avvocato è obbligatoria ogni qualvolta egli effettui una prestazione professionale, pena il rischio di sanzioni deontologiche e pecuniarie, con multe a partire da 500 €.

La fattura può essere emessa in tre differenti modi:

  • anticipato (cioè prima dell’avvenimento della prestazione)
  • immediato (quando la data di emissione della fattura corrisponde a quella della prestazione)
  • differito (entro il giorno 15 del mese successivo a quello della prestazione)

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