Come aprire la partita IVA da business consultant: guida per aspiranti liberi professionisti

Xolo
Autore Xolo
Scritto da 22 maggio, 2023 5 minuti di lettura

Chi è e cosa fa il business consultant

Il business consultant, noto anche come consulente aziendale, è quella figura professionale deputata ad analizzare, implementare e ottimizzare i processi produttivi e lavorativi all’interno di un’azienda e a migliorarne le strategie di business e le performance.

Egli studia i punti di forza e di debolezza di un’impresa (sia privata che pubblica), le dinamiche interne e il modello di business, ciò che funziona e ciò che non funziona, analizza il settore di mercato in cui l’azienda opera e ne riorganizza i processi di lavoro, stabilendo costi, tempistiche e obiettivi precisi, per raggiungere risultati concreti a breve, medio e lungo termine. 

Per riassumere l’attività di un business consultant in una frase, egli è colui che aiuta le aziende a crescere.

Per poter fare questo, deve avere conoscenze e competenze in diversi ambiti, tra cui essenzialmente:

  • settore economico e finanziario (corporate governance)
  • settore fiscale, contabile e tributario
  • settore giuridico e legale
  • settore tecnologico
  • capacità di analisi del mercato e dei dati, competenze statistiche
  • soft skills quali capacità di lavorare in team, capacità di ascolto, di relazione e di comunicazione, flessibilità, problem solving e capacità organizzative

I principali ambiti dove il business consultant può operare sono i seguenti:

  • consulenza finanziaria (risk management, finanza d’impresa, ristrutturazione aziendale)
  • consulenza strategica
  • consulenza operativa

 

Come si diventa business consultant

Per diventare business consultant è necessaria un’ottima formazione nel settore economico, finanziario e di marketing: chi aspira dunque a diventare consulente aziendale deve conseguire un diploma di laurea (triennale o magistrale) in una materia scientifica come Economia, ma anche Informatica o Ingegneria, e può eventualmente specializzarsi in alcuni specifici ambiti attraverso master e corsi post-laurea. 

Non esiste ad oggi un Albo o un Ordine professionale per business consultant.

Lavoratore dipendente o libero professionista: la scelta della modalità di esercizio

Come si può desumere dal nome stesso, il business consultant è quasi sempre un consulente, dunque un libero professionista che opera in modalità indipendente con uno o più clienti contemporaneamente. 

In alcuni casi, però, le aziende decidono di internalizzare questa figura contrattualizzandola come lavoratore dipendente. Ci sono anche le società di consulenza, formate da una gerarchia di business consultant specializzati a vari livelli in diversi settori.

Non esiste una regola specifica a tal proposito e il consulente aziendale può scegliere come preferisce gestire la propria attività, ma generalmente egli trae più vantaggi dall’essere un libero professionista con una propria partita IVA e proprie tariffe orarie o legate ai singoli progetti.

Come e quando aprire la partita IVA da business consultant

Come per tutti i liberi professionisti, anche il business consultant deve aprire la partita IVA quando la propria attività professionale non è soltanto occasionale ma diventa continuativa e stabile nel tempo

Per poter operare regolarmente ed essere pagato dai clienti, infatti, egli deve possedere una partita IVA, mentre – come già anticipato – non deve essere iscritto ad alcun Albo specifico.

Per aprire la partita IVA e ottenere il codice di 11 cifre che contraddistingue la sua attività, il business consultant deve inoltrare l’apposita richiesta all’Agenzia delle Entrate, compilando il modulo e consegnando la documentazione necessaria. Questa operazione può essere svolta a uno sportello fisico oppure tramite procedimento telematico.

La richiesta può essere inoltrata direttamente dal libero professionista, ma è consigliabile affidarsi al proprio commercialista o consulente fiscale di fiducia per evitare errori e rallentamenti: Xolo può supportarti anche in questa fase iniziale e aprire la tua partita IVA in modo rapido e senza errori!

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Quanto costa aprire la partita IVA da business consultant

Aprire la partita IVA da business consultant, di per sé, non comporta alcun costo ma, come dicevamo nel paragrafo precedente, è molto indicato affidarsi alle competenze di una figura esperta che faccia da intermediario per non incorrere in errori burocratici difficilmente recuperabili. 

Il team di Xolo è a tua disposizione per fornirti tutti i consigli su misura per le tue esigenze ed aprire la tua partita IVA da business consultant in modo totalmente gratuito! Prenota una telefonata gratuita e senza vincoli con i nostri esperti e fai decollare i tuoi progetti.

 

Scelta del codice ATECO per un business consultant

Quando si apre la partita IVA si deve scegliere il codice ATECO di riferimento, cioè quel codice che classifica l’attività all’interno di tutte le attività economiche previste dall’Agenzia delle Entrate. Noi di Xolo possiamo supportarti anche in questo, dal momento che non è sempre semplice individuare il codice ATECO corretto, soprattutto quando la professione non è ben definita come potrebbe essere quella di un ingegnere o di un avvocato.

Il codice ATECO del business consultant, ad ogni modo, è 70.22.09, che indica “Altre attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale” e include essenzialmente:

  • la consulenza direzionale e gestionale e la ristrutturazione aziendale
  • la consulenza finanziaria, contabile e di marketing
  • la consulenza nella gestione della produzione
  • la consulenza nell’avvio di una start-up
  • la consulenza in materia di risorse umane

Questo codice ATECO prevede un coefficiente di redditività pari al 78%.

Quale tipo di regime fiscale può scegliere un business consultant

Il business consultant può scegliere se svolgere la propria attività in uno dei due principali regimi fiscali previsti ad oggi in Italia:

  • il regime ordinario, che non ha prerequisiti di accesso e che tassa il consulente sulla base degli scaglioni di reddito IRPEF
  • il regime forfettario, noto anche come regime agevolato, in vigore dal 2015, che prevede un’unica aliquota fissa al 15%, ma per accedervi è necessario che il fatturato annuo non superi gli 85.000 € lordi

 

I principali vantaggi per il business consultant in regime forfettario

Un business consultant all’inizio della propria carriera ha senza dubbio maggiori vantaggi nella scelta del regime forfettario: in linea di massima il suo giro di affari non sarà ancora così ampio da fargli superare la soglia di fatturato annuale di 85.000 € e dunque – se è in possesso anche degli altri prerequisiti richiesti – potrà usufruire di questo regime fiscale agevolato. 

Ecco i principali vantaggi del regime forfettario per un business consultant:

  • come già anticipato, il vantaggio maggiore è costituito dall’aliquota fissa al 15% (per i primi cinque anni di attività di una start-up è addirittura fissata al 5%), ben al di sotto degli scaglioni IRPEF del regime ordinario che vanno dal 23% al 43%
  • la contabilità è molto semplificata
  • c’è la franchigia IVA, dunque il business consultant non la deve applicare e può stilare preventivi più vantaggiosi e competitivi 
  • secondo il codice ATECO, il coefficiente di redditività del business consultant è pari al 78%, dunque il 15% di tasse si paga solo sul reddito imponibile, appunto il 78% del fatturato, e non sul totale, perché il restante 22% sono considerate spese fisse

La contribuzione per il business consultant

Il business consultant, oltre alle tasse, deve naturalmente versare i contributi: dal momento che non esiste un Ordine professionale per la propria attività, non esiste nemmeno una Cassa previdenziale di riferimento, dunque il consulente aziendale deve iscriversi (operazione che avviene in automatico) alla Gestione separata INPS.

L’aliquota relativa ai contributi è fissa e viene leggermente variata da un anno all’altro: nel 2023 corrisponde al 26,23%, anch’essa da calcolare sul 78% del fatturato annuo e non sul totale.

Bisogna versare i contributi nei termini previsti e c’è la possibilità di pagare a rate. 

Emissione della fattura per il business consultant

Per poter ricevere il pagamento del compenso per la propria attività, il business consultant deve emettere una regolare fattura: dal mese di luglio 2022 anche i liberi professionisti che operano in regime forfettario hanno l’obbligo di emettere la fattura elettronica.

Nella fattura devono essere sempre presenti questi dati:

  • data di emissione
  • numero progressivo del documento
  • denominazione e partita IVA del committente e dell’esecutore
  • aliquota IVA (se dovuta)
  • corrispettivo economico della prestazione

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