La figura del consulente di digital marketing oggi è sempre più diffusa: egli è generalmente un freelance che svolge il ruolo di consulente per aziende e imprenditori in materia, appunto, di marketing online e digitale, cercando di comunicare e di vendere nel modo migliore i servizi e i prodotti di uno specifico brand all’interno del segmento di mercato in cui opera, settando i KPIs da raggiungere e creando le giuste strategie.
Poiché il consulente di digital marketing lavora solitamente in autonomia, è la figura ideale da affiancare a imprese di piccole o medie dimensioni, mentre per le grandi aziende sono più adatte le agenzie di digital marketing, che raccolgono numerosi professionisti con specializzazioni differenti.
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, dal momento che il suo lavoro, così come le mansioni che svolge quotidianamente, sono molto varie e possono cambiare notevolmente sulla base del tipo di azienda o di brand per cui lavora.
In linea generale, si può dire che il consulente web marketing
Per poter fare questo, il consulente di digital marketing deve avere competenze in:
Per diventare consulente di digital marketing, al contrario di altre professioni, non esiste un percorso specifico: è possibile conseguire una laurea in materie come Scienze della comunicazione oppure Economia, ma l’ottenimento del diploma di laurea non è fondamentale, tanto più che a oggi in Italia non c’è ancora un corso universitario dedicato specificatamente al Digital marketing.
Ciò che è importante è avere competenze nel mondo digital, nei diversi settori sopraelencati: esistono a questo scopo molti corsi di formazione e master.
La figura del consulente di Digital marketing è, per definizione, un lavoratore libero professionista, dal momento che è appunto un consulente. In linea teorica un’azienda potrebbe assumere un dipendente che svolga questa mansione, ma ad oggi è molto più frequente che il digital marketing consultant sia un freelance con diversi clienti con cui collabora in modalità di libero professionista.
Non esiste un albo specifico di riferimento a cui iscriversi, come invece avviene per attività come quella di avvocato o psicologo, ma è comunque necessario aprire la partita IVA e scegliere il regime fiscale piú adatto per poter operare in conformità come consulente web marketing. Se non sai come fare, affidati al team di esperti di Xolo!
Aprire la partita IVA è il primo passo per esercitare la professione di consulente di digital marketing (la prestazione occasionale, infatti, non è un’opzione valida, poiché adatta solo a lavori saltuari e non all’avvio di una vera e propria carriera): per farlo, come per tutte le partite IVA, è sufficiente fare richiesta – tramite sportello fisico o più facilmente attraverso i canali online – all’Agenzia delle Entrate compilando l’apposito modulo e consegnando la documentazione richiesta.
Il costo dell’operazione è di per sé quasi nullo, ma il rischio di commettere errori burocratici è molto alto: la scelta migliore dunque è quella di affidarsi a un consulente fiscale che possa supportare il consulente di digital marketing in tutte le operazioni di apertura della partita IVA e avvio dell’attività, e di conseguenza bisognerà considerare il compenso economico per questa figura.
Tutti coloro che possiedono una partita IVA devono conoscere il codice ATECO di riferimento della propria attività: questo codice, che fa parte della classificazione di tutte le attività economiche stilata dall’Agenzia delle Entrate e consultabile sul sito, indica appunto il settore in cui ogni professionista si trova ad operare, da cui possono derivare anche diverse agevolazioni fiscali.
Nel caso del consulente di digital marketing, il codice ATECO è 70.22.09.
Andiamo ad analizzarlo nel dettaglio:
Se si vuole includere tra le proprie mansioni anche l’ideazione e la gestione di campagne pubblicitarie e di marketing, bisognerà optare per i seguenti codici ATECO:
Il consulente di digital marketing, di per sé, può scegliere liberamente, nel momento in cui apre la partita IVA, se adottare il regime fiscale ordinario oppure il regime fiscale forfettario. La scelta viene fatta generalmente sulla base del reddito, dal momento che, fino alla soglia di 85.000 € annui, i liberi professionisti possono rientrare nel regime forfettario, che presenta diverse agevolazioni: per un consulente di digital marketing all’inizio della propria carriera, dunque, è senz’altro consigliata l’adozione del regime forfettario. Vediamo nel dettaglio tutti i vantaggi.
Posto che il consulente di digital marketing abbia tutti i requisiti per rientrare nel regime forfettario, primo tra tutti un reddito annuo massimo di 85.000 € lordi, questa è senz’altro la scelta più conveniente, visti i molti vantaggi:
Oltre alle tasse, da calcolare come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il consulente digital marketing deve pagare i contributi: nel suo caso, a differenza delle professioni che fanno capo a un Ordine e di conseguenza a una specifica Cassa previdenziale come per esempio gli ingegneri, non esiste alcuna Cassa di riferimento, perciò si è iscritti in automatico alla Gestione separata INPS per il versamento dei contributi.
C’è un’aliquota fissa che varia leggermente di anno in anno, e che nel 2023 è pari al 26,23%, da calcolare non sull’intero fatturato ma sul 78% di esso, cioè il reddito lordo. Questa percentuale è la stessa sia per il regime ordinario che per quello forfettario.
Per poter incassare il compenso pattuito, il consulente di digital marketing deve necessariamente emettere fattura. Ad oggi, anche i liberi professionisti che operano in regime forfettario sono tenuti a emettere fattura elettronica. Nel documento devono essere presenti i seguenti dati:
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